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IGLADHAS CHRONICLES, Un racconto che non va avanti...

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view post Posted on 14/5/2014, 21:46     +1   -1
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Grazie un milione! :wub: :4e5dd44awp7.gif: :ltj20831iz6.gif: Vi dico che il prossimo capitolo, cioè il 12°, è una bomba... ci ho messo anima e corpo in questo capitolo! è moooolto lungo, o almeno pare a me... :scimmietta: spero non sia noioso e vi interessi!






Capitolo 12: Questo proprio no
Appena sveglio mi sono alzato dal letto e sono andato da Vlad. Esatto, sono a casa sua. Quando mi vede si allarga in un sorriso.
<ehi giovane umano, come stiamo stamattina?> mi dice con una pacca sulla schiena.
<bene dai, grazie… ascolta… avrei una domanda, o meglio una richiesta da riproporti…> gli dico sedendomi su una sedia lì vicino.
<me la farai dopo che hai mangiato> mi dice mostrandomi la tavola imbandita. Qualsiasi tipo di golosità è presente su quella tavola, come ogni sorta di bevanda. Senza tanti complimenti addento torte, biscotti e pani dolci con la stessa voracità di un lupo a digiuno da mesi. Scolo un bicchiere dopo l’altro di succo, idromele, latte, thè e caffè, senza prestare attenzione a quello che mi capita in mano. Intingo un biscotto nel latte, per poi passare al miele e alla panna.
<È tutto delizioso, ma che dico spettacolare!> farfuglio a bocca piena. Vlad è scosso da una profonda risata.
<voi umani siete un disastro!> mi dice prima di rimettersi a ridere.
Mi torna alla mente quando papà mi faceva gli scherzi e io ci cascavo come una pera cotta. Mi diceva sempre che ero un disastro. Osservo Vlad. Come fa a ricordarmi mio padre se sono uno l’opposto dell’altro?
<a cosa stai pensando Sid?> mi chiede.
<non mi… mi leggi nel pensiero?>.
<non sempre ne ho voglia e l’intenzione!> mi dice scuotendo la testa.
<ah… oh sì, a proposito… mi insegneresti a chiudere la mente?>.
<non è difficile, devi solo concentrarti attentamente su una cosa che si ripete…>.
Lo guardo senza ben capire.
<come… vediamo… una filastrocca, una preghiera, un ciclo…>.
<capisco…> gli dico perplesso.
<non ci credi? Perché non provi?> mi dice lanciandomi uno sguardo di sfida. Cerco nei reconditi più profondi della mia mente una filastrocca o una poesia abbastanza breve e semplice. Poi mi sorge alla mente il giuramento militare che ho dovuto recitare. Faceva più o meno così:
“Giuro di essere fedele alla mia terra, di osservarne le leggi e di adempiere con disciplina ed onore tutti i doveri della mia terra per la difesa della Patria e la salvaguardia del suo popolo”
Breve ma semplice… spero basti.
<cominciamo allora?> gli chiedo.
<prima devi diventare sensibile al tocco delle altre menti… devi sentire che altre menti cercano di entrare nella tua…> mi dice sedendosi vicino a me. Mi concentro e cerco di sentire quello di cui mi ha parlato Vlad. Ad un certo punto sento come una pressione alle sue basi. Comincio a ripetere il mio giuramento e all’improvviso mi sento più protetto. Sento Vlad imprecare piano.
mi dice lui con una vigorosa pacca sulla coscia.
<d’ora in poi ti tenderò degli agguati tanto per tenerti allenato…>.
<e basta?> gli chiedo sconcertato.
<sei già bravissimo di tuo! Cosa vuoi fare di più!>.
<imparare ad usare la magia…> sussurro quasi imbarazzato.
<per quello devi essere destinato… o ce l’hai nel sangue oppure…>.
<ah, capisco…> gli dico avvilito.
<non preoccuparti dai…> mi dice mettendomi la mano sulla spalla.
<ascolta Vlad…>.
<dimmi>.
Evito di chiedergli qualcosa riguardo a un uomo chiamato Meras. Non credo che lo abbia mai sentito nominare.
<mi insegneresti la tua lingua?> fingo, sorridendo.
Quella mattina sono stato ricondotto dal re.
<ci avete pensato, mio giovane cavaliere?> mi chiede.
<certamente sua maestà ma mi chiedevo se sarò ricompensato… non intendete male, i soldi non servono di certo me…>.
<sì, ci sarà una ricompensa per te e per i tuoi accompagnatori… uno di voi potrà sposare mia figlia>.

Stiamo scherzando vero?
<e con quale criterio sarà scelto lo sposo?>.
<sceglierà lei e il popolo, oltre a me e alla mia famiglia… non darò di certo lo mano di mia figlia ad un contadinotto zotico e cafone…> dice lui. Lo guardo in tralice.
<benissimo, allora credo che potrà tranquillamente arrangiarsi senza il contadinotto zotico e cafone!> gli dico e me ne vado senza tanti complimenti. Mi richiamano subito dopo. Vedo il re in piedi e particolarmente adirato.
<voi non ve ne andrete così facilmente!> mi urla.
<questo lo dite voi!>.
<avete il coraggio di contrastare la mia parola?!>.
<per rivedere Zaila questo e altro, anche dovessi distruggere città e sconfiggere interi battaglioni di mostri!> gli urlo infervorato.
Lui si risiede con calma, tendendo le labbra in un sorriso scaltro.
<proprio quello che volevo sentirmi dire… Ed ecco, Sigmund figlio di?>.
Inventati un nome, stupido.
<non ho mai conosciuto mio padre…>. Si può essere più stupidi?
<sigmund, figlio di nessuno, tu sei il nuovo comandante della squadra che riporterà a casa la principessa rapita! La missione deve essere estremamente segreta, quindi dovete avere discrezione e grande riservatezza. I vostri saranno pochi uomini fidati, che vi guideranno per questa grande terra. Che entrino i cavalieri!> disse lui.
Entrarono 4 giovani, tutti altri e muscolosi, rivestiti da armature spettacolari, visi che sapevano di regalità.
<questo è Messo, delle foreste di betulle che stanno più a sud, lungo il fiume>. Si fa avanti un giovane dai lunghi capelli bianchi, come la sua pelle, striata a tratti da linee marroni, come il legno delle betulle. Gli occhi scuri e lanceolati. Indossa una tunica bianca con una corazza a riparare il petto. Due grossi fermagli tengono un leggero mantello verde ancorato alle sue spalle. Una lancia riposava sulle sue spalle.
<bjorn vieni avanti, mostra a tutti la bellezza degli elfi delle chiome degli alberi>. Un elfo silvano fa dei passi avanti. Ha i capelli ricci e neri, gli occhi di un verde smeraldo intensissimo e la pelle bianchissima. Indossa dei pantaloni neri di pelle, una cotta di maglia lavorata finemente, fermata in vita da una cintura di cuoi marrone. Uno spadone pendeva al suo fianco.
<hurdir, elfo delle rocce, che la tua mazza non si fermi mai>. Un giovane che non era altissimo, ma in compenso aveva spalle larghe si mostra a me. Indossa pellicce su pellicce sopra una cotta di maglia spessa e luccicante. Indossa stivaloni di cuoio e metallo, dalla strana forma che assomiglia molto a quella nanica. Il viso quadrato e spigoloso è grigiastro, gli occhi neri come pozzi. Una grande mazza è appesa alla sua schiena.
<malendir, che nella nostra lingue significa oro, illuminaci con la tua bellezza> finisce il re. Un giovane dai corti capelli blu e il viso serio mi squadra. Gli occhi sono oro e profondi, roventi come l’oro fuso. La pelle è leggermente più scura degli altri. Indossa una tunica attillata senza maniche azzurra, a collo alto. Stretti pantaloni gli avvolgono le gambe lunghe, blu come i suoi capelli. Un mantello rosso, appuntato sulla solo spalla sinistra sembra come indicare che apparteneva ad una famiglia nobile, come il suo sguardo indagatore e superbo.
Mi sento preso in giro, io, che indosso solo una camicia bianca e scollata, una cintura semplice e pantaloni di pelle marrone e degli stivali da cacciatore logori. I 4 mi squadrano e cominciano a discorrere sotto voce tra loro, senza smetterla di passare in rassegna ogni minima piega dei miei abiti, ogni ruga sul mio viso, ogni scatto del mio corpo.
<ecco giovane umano la tua compagnia> dice il re.
<le… le età all’incirca?> gli chiedo cercando di mantenere la rabbia all’interno del mio corpo.
<circa tra i 150 e 200> mi dice. Annuisco tristemente.
<d’ora in poi dovrai comandarli>. Cerco di trattenere una risata.
No, mi spiace ma non ci riesco.
Scoppio a ridere.
<lo trovate forse divertente?> mi chiede il bianchetto.
<oh Sì CERTO COME NO!> gli urlo isterico, incamminandomi verso l’uscita.
<tutto TRANNE QUESTO! QUESTO PROPRIO NO!> urlo a quelli nella stanza prima di sbattere la porta alle mie spalle.

Che ne dite?
 
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view post Posted on 15/5/2014, 19:11     +1   -1
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Ahahaha dico ke quest'uscita di Sid è stata spettacolare ^^ ma credo ke i 4 cavalieri avranno un ruolo importante nella storia ;)
Bello il tono ke ha tenuto con il re e mi è piaciuto anke il rapporto d'amicizia ke si sta estaurando con Vlad.

Ci starebbe proprio bene un bel disegno con Sid alla corte del re con i 4 cavalieri alle sue spalle.

Sempre più interessante, continua così :)

alla prossima
 
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view post Posted on 17/5/2014, 20:03     +1   -1
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Questo è un vero colpo di scena, Sig a comandare quattro Cavalieri Elfi. Ora è scappato, ma qualcosa mi dice che tornerà sui suoi passi. Complimenti per le descrizioni dei quattro elfi.
Alla prossima ^_^
 
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view post Posted on 18/5/2014, 20:47     +1   -1
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Grazie mille a tutti, veramente... ultimamente mi sento particolarmente ispirata... sarà perché sto consumando il DVD de "Lo hobbit"? Non lo so ma intanto non mi sento bene... vedo nani ovunque... voi che ne pensate dei film?
Ora posto il 13° capitolo... spero che vi piaccia!





Capitolo 13: Non prendiamoci in giro
Rientro a casa di Vlad. Mi siedo al tavola della cucina ma non riesco a stare fermo. Mi alzo e tiro un calcio al tavolo cercando di mantenere la calma. Dovrei comandare delle persone così grandi?? Ma se i comandanti di 50 anni riuscivano a malapena a mantenere la calma nelle divisioni più vecchie, io cosa dovrei fare?? Loro dovrebbe comandare me, non il contrario. Sono così immerso in questi pensieri che non sento nemmeno arrivare Vlad. Solo quando la sua mano si posa sulla mia spalla mi riscuoto. Mi guarda con occhi dardeggianti e dal fiatone che ha devo intuire che sia molto arrabbiato.
<cosa ti è saltato in testa, si può sapere??> mi chiede sconvolto.
<cosa mi è saltato in testa?! E me lo chiedi pure! Io non riuscirò mai a comandare su quei 4 e tanto meno posso competere con loro!> gli dico risedendomi sconsolato.
<vlad io non voglio perderla, se lei vedesse uno di quei modelli e scegliesse uno di loro… la mia vita non avrebbe un minimo di senso… mi sentirei perso e vuoto… quindi tanto vale che parta da solo, loro possono arrangiarsi… hanno potere, bellezza… tutto quello che vogliono…>.
<ma non hanno la tua esperienza… loro possono usare la magia ma tu conosci i luoghi in cui probabilmente è la nostra principessa…> mi dice improvvisamente raddolcito.
<non m’importa, loro sanno cento volte tanto rispetto a me… conoscono, hanno studiato… io a differenza loro è già tanto se riesco a leggere e scrivere senza problemi! No mi spiace, rischio di essere un peso per la compagnia…>.
<ti prego pensaci prima di arrivare a conclusioni troppo affrettate…>.
<ma cosa posso fare, io, un uomo!? Sono figlio di un guerriero di nome…> e lì mi fermo. Cosa mi è saltato in mente? A chi importa il nome di mio padre?
<di nome?> mi invita lui.
Faccio un respiro profondo.
<meras>.
Vlad sbianca improvvisamente.
<m-meras?> mi chiede allibito.
<sì, come… mai?> gli chiedo preoccupato senza capire cosa gli capitasse.
<no, niente… solamente… come era tuo padre?> mi chiede.
<non me lo ricordo, è morto quando ero piccolo… circa 12 anni fa ormai…>.
Lui si gira con gli occhi sbarrati.
<cosa succede Vlad?!> gli chiedo preoccupatissimo.
<nei sei sicuro al cento per cento??> mi dice pallido come uno straccio.
<sì, perché?> gli chiedo sentendomi morire.
<perché altrimenti… tu saresti… Il futuro sposo della principessa>.
Lo guardo male.
<ma cosa stai farneticando?> gli dico con un gesto della mano, alzandomi da tavola.
<ti prego ascoltami!> mi dice trattenendomi per il polso.
<non ho voglia di ascoltare un altro discorso senza senso, credo che il re abbia già fatto abbastanza!> gli dico liberandomi dalla stretta. Vado in camera e prendo una sacca e ci infilo dei vestiti, prendo i pochi spiccioli che mi rimangono, prendo una bisaccia e la riempio di cibo proprio sotto gli occhi attoniti di Vlad.
<dove pensi di andare??> mi dice.
<parto alla sua ricerca>.
<non puoi!>.
<nessuno mi sta fermando> gli dico con un’occhiataccia.
<non potrei mai fermare il futuro principe della mia terr…>.
<ascolta, come dice il re, io sono solo un contadinotto cafone e zotico, quindi chiamami ancora principe e ti riempio di botte!> gli dico in un raptus di rabbia. Lui si ritira e si appoggia al bancone della cucina. Esco senza staccargli gli occhi di dosso. Prendo un cavallo dalle stalle, lo sello e salgo. Lo sprono al galoppo. Seguo il sentiero che avevo preso ormai una settimana prima per raggiungere la città elfica. Mi ritrovo nella radura in cui mi sono addormentato. Continuo a cavalcare. Prima del tramonto arrivo al villaggio. Entro nella stessa locanda della settimana prima. Quando entro tutti tacciono per poi cominciare a sussurrarsi chissà cosa. Mi avvicino al bancone della locanda guardandomi guardingo attorno. Il locandiere mi accoglie calorosamente come la volta prima e mi offre una camera a metà prezzo. Considerando che in quel periodo di guerra i clienti non si fanno vedere… Mi sembra strano. Mi sistemo nella mia stanza. Mi butto sul letto, deciso a partire il giorno dopo. Mi sto chiedendo perché mi sono fermato qui. Quando sento le palpebre farsi pesanti ne capisco il motivo. Non avevo solo seguito il mio istinto. Mi addormento quasi subito.
Mi svegliano urla e sferragliare di armature. Là fuori stanno cozzando spade e scardinando porte. Mi alzo con uno scatto e raccolgo il mio bagaglio, ma ormai è tardi. Sono davanti alla mia porta. Meno male che prima l’ho chiusa a chiave. Scendo dalla finestra, ma pure là dietro è pieno di soldati. Prima che se ne accorga, vado dietro a uno di quelli e afferro la spada che gli pende al fianco. Prendo a menare fendenti dappertutto, senza sapere se va a segno o meno. Quando si allontanano comincio a correre ma con mia sfortuna mi imbatto in altri soldati. Sono troppi e non voglio ammazzare nessuno. Sento già il fiato della morte sul mio collo quando una freccia si ficca nel collo del soldato più vicino. Una pioggia di frecce cade dal cielo. Ed ecco che li vedo. I 4 cavalieri affidati a me. Messo mi viene incontro e mi fa strada verso le stalle mentre Hurdir fa ruotare la sua pesante mazza. Malendir ci aspetta.
<e Bjorn?> chiedo.
<ci aspetta più avanti> mi risponde con voce atona Malendir.
Lo squadro sospettoso. Non mi piace niente quell’elfo. Messo richiama Hurdir e galoppiamo verso Bjorn.
Arriviamo dopo circa un’ora di galoppo. Si è rifugiato in una grotta e ha avuto l’accortezza di non accendere un fuoco. Ci sistemiamo al suo interno e per un po’ ci squadriamo, senza vederci bene.
<quindi tu sei il nostro capo…> dice qualcuno alla mia sinistra.
<sì Bjorn, è il nostro capo> dice un voce di fronte a me. Deve essere Messo.
<non credo abbia la stoffa per essere un capo…> brontola qualcuno alla mia destra.
<hurdir sei peggio dei nani a volte…> dice Messo con un sommesso risolino. Solo un sospiro giunge da destra. Deve essere Malendir.
<tu sai come ci chiamiamo… ma noi no> dice Bjorn con un sorriso che si vede addirittura al buio.
<io sono Sigmund…> borbotto per niente contento della piega che ha preso la mia fuga.
<ah, sai che è un nome elfico?> mi dice, battendomi sulla spalla.
<no…> e nemmeno mi interessava.
<e ora diteci… Avete un piano?> mi chiede Malendir con voce distaccata e monocorde.
Elfi, io perdo la pazienza molto facilmente in situazioni in cui viene naturale chiede a dei rompiscatole come voi…
<… Ma voi... non avete sonno?!>.

Mi aspetto molti commenti! Sono molto pretenziosa... :D ^_^ :B):
 
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view post Posted on 19/5/2014, 17:50     +1   -1
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Direi proprio che con questi ultimi capitoli hai introdotto dei bei colpi di scena che fanno aumentare la curiosità nella storia ed il sapere "come continuerà?" :)
Allora Sig sarebbe il promesso sposo della principessa! Sta a vedere che suo padre ha antiche e nobili origini elfiche e quindi anche il nostro Sig è un elfo e non sa di esserlo.
Una cosa è certa, Vlad ha conosciuto molto bene il padre di Sig.
Come immaginavo, volente o nolente, Sig si trova ad avere a che fare con i quattro Cavalieri e sono curiosa di sapere che cosa combineranno.
Tornando alla tua prima domanda, non ho visto il film "Lo hobbit", ma ho visto la trilogia de "Il Signore degli anelli" e questa storia di elfi e cavalieri mi appassiona sempre di più ^_^

Ok, continuala al più presto perché sono curiosisima ^^
 
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view post Posted on 19/5/2014, 20:35     +1   -1
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Mi è piaciuta l'entrata in scena dei 4 cavalieri, un po' freddino il saluto con Vlad anke se la cosa non penso finisca così...Il giovane Sid però sta abbastanza sulle sue, inoltre si è evidenziato il tasto "gelosia" eheheheh è proprio cotto ormai ^^ si sta formando un bel gruppo, ne vedremo delle belle, ne sono sicuro, anke x quanto riguarda la storia del protagonista!!!

P.S. nemmeno io ho visto quel film, ma come narc ho visto molti anni fa, la trilogia del signore degl'anelli ( stupenda la canzone di Annie Lennox ^_^ )
 
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view post Posted on 14/6/2014, 21:37     +1   -1
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Eccomi tornata per i miei cari lettori (2 ma come si dice: "pochi ma buoni" XD) con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia! :P :cappuccettovh5.gif:


Capitolo 14: La compagnia fa un nuovo acquisto
Sale tetre, illuminate da alcuni bracieri. Corridoi tortuosi e altrettanto tetri. È un miracolo se sono riuscita a ricordarli. Arrivo alle terme. Mi spoglio della leggera tunica bianca e m’immergo. Nuoto avanti e indietro per un po’ per poi fermarmi sotto una cascatella d’acqua bollente lì vicina. Entra anche un uomo. Non mi degna di uno sguardo. Tutti mi considerano solo uno strumento, a tratti anche un mostro. Osservo i graffi, le contusioni, le cicatrici. A volte mi chiedo come faccio a farmeli. Cerco di grattarli via ma non faccio altro che peggiorare la situazione. Lascio perdere e m’immergo nella vasca. Quando sono sott'acqua tutto il mondo e le mie preoccupazioni svaniscono, lasciando posto a una dolce sensazione di pace e serenità. Riesco a trattene il fiato per molto tempo. Mi ricordo quando con mio fratello e i suoi amici facevamo delle gare. “Chi rimane sotto per più tempo vince!” urlava lui correndo in acqua. Spesso vincevamo noi, alternatamente. A volte vincevamo insieme e allora io ero contentissima. Ma ora non potrei esserlo nemmeno lontanamente. Pensare di avvicinarmi alla mia famiglia è un pensiero doloroso e terribile. Non voglio far loro del male. Risalgo. L’uomo che prima era entrato mi si è avvicinato. Ora posso riconoscerlo.
<cosa vuoi?> gli dico, indifferente.
<voglio solo che tu rimanga qua… non devi allontanarti da me> dice lui avvicinandosi ulteriormente.
<mi spiace, ma questo è impossibile> gli dico allontanandomi.
<perché dici così?> mi fa lui con tono di supplica.
<se non volete morire tutti…> gli sibilo contro.
<non ti preoccupare, non moriremo di certo noi…>.
Mi nascondo dietro a una roccia ma sento lo stesso il suo sguardo piantato su di me. Sento addirittura il suo sorriso derisorio.

Mi sveglio a causa della forte luce che entra nella grotta e che mi arriva direttamente in faccia. Mi alzo con sonori borbottii. I miei 4 graziosi cavalieri non sono nella grotta. Nonostante il male al collo per la posizione scomoda e la rabbia del giorno prima non del tutto scemata, iniziare la giornata senza vedere quei brutti musi mi ha risollevato un po’ il morale.
“Mi sento particolarmente bastardo oggi!” penso mentre mi alzo in piedi, sistemandomi la camicia stropicciata. Esco nel caldo sole mattutino, quasi pomeridiano. Mi guardo attorno e scopro lì vicino un torrente dove si trovano anche i miei accompagnatori. Stanno facendo bere i cavalli. Li raggiungo velocemente.
<buongiorno capo!> dice sarcastico Bjorn. Lo guardo indispettito.
<qualcuno ha la luna storta qui e non è di certo Hurdir ‘sta volta!> dice prima di sganasciarsi dalle risate. Io emetto una risatina derisoria e mi siedo su una roccia lì vicino. Hurdir mi fa un cenno di saluto, per poi scuotere la testa poco interessato e ferito nell'orgoglio. Di Malendir nemmeno l’ombra.
<smettila Bjorn!> gli urla Messo, comparendo dalla boscaglia che circonda il torrente. Nemmeno lui sembra di buon umore.
<cosa farò, io, l’unico di questa compagnia che sa divertirsi, tra questi musoni?> urla con drammaticità.
<oh beh, io so esattamente come risollevare il morale a tutti! Però attento elfo, dopo quello musone sarai tu!> gli dico, con tutto il pathos che trovo.
<veramente umano? La prendo come una sfida! In pochi sono riusciti a strapparmi il sorriso dal viso!> dice lui con una fragorosa risata.
<allora io sarò uno di quei pochi>ribadisco io, gongolante.
Mi avvicino con un gran sorriso sornione, sbottonandomi la camicia. Mi avvicino sempre di più a lui. L’elfo comincia ad arretrare, mentre il suo sorriso comincia a svanire. Poi mi fermo. Siamo sull'argine del torrente. Lui incespica, afferra il mio braccio e io lo sostengo nonostante la mia camicia stia scivolando via dalle mie braccia, mentre il mio volto diventa una maschera preoccupata.
<allora umano, è tutto quello che riesci a fare?> mi dice, mentre un sorriso di scherno compare sulle sue labbra. Storgo le labbra in una smorfia tutt'altro che rassicurante.
<il meglio deve ancora venire> gli sussurro mentre mi sfilo la camicia. L’elfo cade in acqua mulinando le braccia. Quando risale i suoi occhi, se potessero, mi bruciano vivo. Cerco di trattenere le risa ma la scena è troppo comica! Chissà cosa pensava che gli avrei fatto! Anche Messo scoppia a ridere, Hurdir sghignazza sotto i baffi, mentre Malendir, che è da poco arrivato, sorride leggermente. Ma sì dai, questi 4 non sono poi così male. Basta abituarcisi un po’. Tendo una mano a Bjorn.
<su, elfo musone, non vogliamo che tu ti prenda un raffreddore!> gli dico. Lui osserva la mia mano diffidente. Gli sorrido sincero. Lui l’afferra e lo tiro fuori, per poi stringerlo in una coperta. All'improvviso mi sento osservato. Dico ai ragazzi di tornare nella grotta e di accendere un fuoco con la legna più asciutta che hanno trovato. I 4 s’incamminano con un risa e pacche sulle spalle. “Questi elfi mi piacciono sempre di più”. Il cattivo umore se ne è andato totalmente. Me ne sto a sorvegliare i cavalli, la mano sull'elsa della spada che avevo preso al soldato il giorno prima. Vedo un’ombra muoversi tra gli alberi. Sguaino la spada.
<rivelati> impongo a chiunque (o qualsiasi cosa) sia nascosta là dentro. Qualcuno è dietro di me. Con un mezzo giro mi trovo a faccia a faccia con una figura incappucciata. Comincia con un fendente che paro, per poi mulinare con velocità straordinaria la sua spada. Non è sicuramente umano. Scarto l’idea di uno della Setta, mi avrebbe già ucciso.
<sei un elfo, vero?> gli dico. Allora lui (o lei, così infagottato non riesco proprio a capirlo) si ferma. Rinfodera la spada.
<un'elfa, signore> mi dice lei.
<come vi chiamate?>.
<ohh, per l’amor del cielo, dammi del tu, non sono così vecchia! Io sono Sarah e sono la damigella di compagnia di Zaila … tu dovresti essere Sigmund vero?>.
Il suono del mio stesso nome mi risultava strano. Era da tempo che non venivo chiamato così. Squadro la nuova arrivata. Ha la pelle scura, gli occhi neri e profondi, le labbra piene e rosate. I capelli bianchi e lisci, lunghissimi. A prima vista si direbbe timida, ma nasconde una grande vivacità. Indossa un completo di pelle sopra una camicia bianca. Nel fodero si trova la spada con cui mi ha attaccato.
<sai, credo proprio che tu sia l’unico a portarci dalla principessa … e devo dire che ha davvero buon gusto> mi dice, facendomi l’occhiolino.
<ci conviene tornare all'accampamento: abbiamo fatto confusione abbastanza per un giorno solo…> dico io, camminando in direzione della caverna. Appena entrati, siamo stati salutati da un coro gioioso di saluti. Bjorn, nel vedere Sarah, scatta in piedi e con un magnifico inchino prende la mano di lei.
<mia cara Sarah, è da tempo che la osservo… la trovo semplicemente stupenda> dice lui, alzando il viso.
Lei non lascia sfuggire niente dal quel viso di ghiaccio o come minimo ci prova.
<qualcuno qui è innamorato…> dico io facendo il finto tonto. Bjorn si tira su ignorando quello che ho detto e invita Sarah a sedersi.
Lei scruta con il sorriso furbo di chi ha un piano le nostre facce mentre si sfrega le mani.
<e ora che si fa?> chiede Sarah. La guardo allibito. Allora Bjorn si avvicina a lei.
<io avrei un’idea…> le sussurra, parole che vengono amplificate dalle pareti di roccia. E detto questo fa combaciare le sue labbra con quelle dell’Elfa. In quel preciso istante mi sento lentamente svuotare, la testa gira e le membra si intorpidiscono. Sono in una sala buia, in acqua. Una mano mi tiene stretto il polso e cerca di attirarmi a sé. Scivolo sul pavimento viscido della vasca. Finisco addosso al mio aggressore. Mi bacia, la sua barba mi punge. Cerco di divincolarmi, cerco di chiamare aiuto ma l’unica cosa che mi esce dalla gola è:” Martinèz lasciami immediatamente!”.

Vi ricordate di Martinèz vero? :ltj20831iz6.gif:
 
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Che bello leggere un nuovo capitolo^_^
E' molto bello vedere che i nostri 5 eroi, seppur con iniziale diffidenza, inizino pian piano a fare squadra, ed ora c'è anche un nuovo arrivo, niente meno che la dama di compagnia della Principessa.
Dalle visioni di Sig, vediamo che Zaila non se la passa bene, e si trova prigioniera di Martinez. Speriamo che Sig riesca a trovarla presto.
Alla prossima ^^
 
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Sarah è un personaggio misterioso e molto carismatico ^^
mi piace l'idea ke il gruppo inizi a farsi conoscere dal loro "capo" ...sono curioso di leggere il seguito ;)
 
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Eccomi qui, con il 15° capitolo! L'ho finito finito tempo fa e me ne ero addirittura dimenticata! :scimmietta: Beh, ma l'importante è che ora ci sia qui!XD



Capitolo 15: Missione omicida
Quando mi risveglio non sento né vedo niente. Mi sento svuotato di ogni mia forza. Mi ritrovo con addosso una camicia pulita e asciutta, disteso su una coperta, ricoperto da altrettante coltri. Cerco debolmente di liberarmene. Una figura mi si avvicina. Spero di vedere Zaila ma niente. È solo una Sarah particolarmente preoccupata. Un Bjorn imbronciato se ne sta poco distante. Messo è al mio fianco, insieme ad Hurdir e Malendir. Mi tampona la fronte con una pezza bagnata. Le scosto la mano dolcemente. Fisso Bjorn, che sembra una teiera da quanto borbotta.
<che hai da fissare?> mi chiede in uno scatto iroso. Sarah si gira di scatto a fulminarlo.
<È appena svenuto, potresti essere un po’ più gentile? Riesci a parlare Sigmund?> mi chiede lei, aiutandomi a sedermi. Annuisco.
<provaci allora no?> dice lei sempre con la sua voce dolce. La guardo, contento. Poi guardo Bjorn, per niente contento.
<sei arrabbiato perché ti ho rubato la tua bella proprio quando volevi passare un po’ di tempo con lei vero?> gli dico con un mezzo sorriso, accarezzando la mano di Sarah. Gli altri ridono ma non per molto. Presto i loro sguardi cadono su di me, più o meno preoccupati. Devo essere proprio uno straccio per suscitare tutti questi sguardi.
<sigmund…> mi dice Malendir. Sembra un po’turbato.
<hai un morso sul collo…> mi dice con un sorrisino.
<oh beh, questo non appartiene a me…> dico io. Ora mi ricordo la visione. Mi è tornato alla mente, crudele ed estremamente dolorosa. Mi sfioro il morso che ho sul lato destro del collo. Poi faccio scendere la mano verso il petto. Lì incontro una catenina. La sfilo dal collo. La studio, confuso. È un cuore di platino, molto elaborato. Ci sono delle incisioni che, grazie alle lezioni di Vlad, riesco a comprendere. C’è scritto il nome della mia elfa. Cerco di aprirlo ma inutilmente. Poi mi balena in testa un’idea.
<ti amo> sussurro sulla superficie del cuore. Quello scatta, rivelando l’interno cavo. Nelle due cavità si mostrano due immagini. Una della sua famiglia. E una mia. Con lei. Credo che le abbia fatte lei, riesco quasi a vederla. Stringo il pugno sul ciondolo, richiudendolo, quando la testa comincia a martellare. La tengo tra le mani, il dolore che mi distrugge. Vedo delle mani che cercano di afferrarmi mentre io scappo. Torno per un momento nella grotta, appena per vedere i miei amici stringersi attorno a me. Continuo a correre, avvolto in un lenzuolo, bagnato. Rischio di cadere, un po’ per il lenzuolo, un po’ per i miei piedi bagnati. Cerco di scappare. Ma da cosa?
<sigmund!> dicono le mie stesse labbra. Ma quella non è la mia voce. È la sua, quella del mio angelo! Cosa succede amore?!
<salvami ti prego!> mi supplica. Dove sei? Ti porto via di lì! Vedo la sala buia, delle scale, una parte di prato, in alto, in fondo a una scala. Mi pare di averlo già visto…
<son->.
Crollo sul pavimento, sudato ed esausto.
<zaila… credo di sapere dove si trova> dico loro, risedendomi.
<dov’è?> mi chiedono in coro, stringendosi ulteriormente attorno a me.
<a- aspettate un secondo, io credo solamente di aver capito…> dico io cercando di allontanarli.
<dicci allora cosa credi di aver capito> dice Messo, tranquillo come al solito.
<non ho tempo di spiegare, dobbiamo muoverci!> dico loro mentre raccolgo le mie cose.
<entro stasera dovremmo raggiungere il posto dove la tengono prigioniera> dico io, mentre spargo le ceneri per terra. Corro dai cavalli, sistemando la bisaccia e i nostri bagagli il più velocemente possibile. Monto in sella e aspetto gli altri. In un men che non si dica stiamo cavalcando per quelle lande desolate.
Come avevo previsto, entro sera vediamo Vicnus in lontananza.
<dove siamo?> mi chiede Sarah.
<al mio villaggio natale, adesso dobbiamo andare alla casa del sindaco… ma io devo fare qualcosa per la mia faccia> dico loro, ricordandomi di essere ricercato.
<oh beh, credo che basti la barba!> dice Bjorn, stringendo a sé Sarah che aveva deciso di cavalcare con lui.
<e gli occhi? E voi?> chiedo io.
<basta un incantesimo illusionista> dice Sarah.
<beh, allora fatelo> dico io.
<tesoro, riesci anche tu sai?>.
<non credo proprio!> rispondo indignato.
<prova a ripetere con me: “Nataka acho ja kiyani”> dice Sarah. “Voglio occhi verdi” … ok, se lo dice lei…
<nataka acho ja kiyani> dico decisamente poco convinto. All’improvviso mi sento strano. Mi vengono le vertigini. Poi guardo gli altri, che mi squadrano soddisfatti.
<che ti dicevo? Non hai solo il nome elfico mio caro!> mi dice Sarah. Borbotto in segno di assenso e riprendiamo la nostra corsa.
<venite, qua c’è una locanda fatta apposta per noi> dico loro. Devo ancora abituarmi al fatto che i miei accompagnatori hanno la pelle scura e i capelli neri, come i tratti più squadrati o più morbidi… inquietante. Entriamo nella locanda e prendiamo una camera.
<rendete questa camera insonorizzata per favore… in questo periodo anche i muri hanno orecchi> dico loro, andando alla finestra.
<cosa ci facciamo qui? Avevi nostalgia di casa?> mi chiede sarcastico Bjorn.
<non ho più nessuno da cui tornare, quindi direi proprio di no> gli rispondo freddo.
<scusami> mi dice. Faccio un gesto con la mano.
<fa niente… comunque se vogliamo far qualcosa dobbiamo consolidare le conoscenze che abbiamo del sindaco. Questo si sveglia alle 9, alle 10 è in salone a far colazione. Dalle 11 alle 12 è in giro per visite e affaracci suoi e alle 13 pranza. Dalle 15 alle 18 dorme. Nemmeno il furore della guerra lo sveglierebbe. Dalle 18 e 30 cena con altre persone di rilievo. A volte le cene durano fino alla mattina. Ed è proprio in quel momento che dobbiamo colpire…>.
<dobbiamo irrompere in casa sua e, brandendo spade e lance, costringerli a dirci dove è la principessa?> chiede Bjorn su di giri. Lo guardo a bocca aperta. Dove le tira fuori certe idee?
<potremo anche fare così...> dico loro, < alcuni entrano in casa del sindaco mentre alcuni mi seguono nei sotterranei e andiamo a prendere la principessa> dico io, con un sorriso, stringendo le braccia al petto. Gli altri mi guardano. Mi credono ancora più pazzo di Bjorn.
<mi pare una buona idea…> dice Messo con un mezzo sorriso.
<quando agiamo?> chiede Hurdir.
<domani sera, ci sarà una festa enorme>. “Il suo compleanno…” penso massaggiandomi la radice del naso.
<e come ci divideremo?> mi chiede Sarah.
<hurdir, Malendir e Sarah entreranno in casa mentre io, Messo e Bjorn andremo nei sot->.
<ma IO VOGLIO IRROMPERE NELLA CASA!> strepita Bjorn. Lo squadro sconvolto.
<ok ok ok… va bene, fa scambio con Malendir> dico io sconsolato.
<saremo insieme amore mio!> dice Bjorn abbracciando i fianchi di Sarah.
<caro, ti conviene togliere le manine da lì> dice lei con un sorriso omicida. Scoppiamo a ridere.
Per tutto il giorno studiamo i movimenti del sindaco, sembra proprio che io abbia ragione. Aspettiamo. Intanto l’attesa è snervante.
La sera dopo entriamo in azione. Gli elfi si mettono in postazione a lato delle grandi finestre che danno sul salone. Noi intanto cerchiamo la grande quercia che ho visto attraverso gli occhi di Zaila. La troviamo e in corrispondenza deve esserci qualcosa – come un buco, una cantina - ma cosa?
<ahia…> sussurro contrariato quando il mio piede sbatte contro qualcosa. Abbasso lo sguardo.
<wnamga> sussurro. Una piccola sfera di luce compare sul mio palmo aperto. Vedo che l’erba in quel punto è levata. Mi strofino gli occhi pensando di aver visto male. Ma il rettangolo di un metro per due di terra ed erba è lì, non molto distante dal muro della casa. Sollevo leggermente il rettangolo con la punta dello stivale. Ora riesco a vedere i cardini. Chiudo il palmo e do il permesso a Messo di fare il segnale (niente di speciale, solo il verso di una civetta). Gli altri rispondono con due versi gracchianti da cornacchie ed entrano in casa. Noi solleviamo il coperchio ed entriamo. Scendiamo lentamente senza fare rumore. Non so esattamente cosa aspettarmi là sotto. Forse un sotterraneo, una caverna… niente. Il buio è totale, non vedo assolutamente niente. Aspetto che i miei occhi si abituino all’oscurità. E quando mi rendo conto di dove sono… sono quasi tentato di fare dietro front e abbandonare la missione, che ora risulta omicida. Quei bracieri di bronzo, quelle colonne, quelle scalinate e quegli inginocchiatoi… mi sembra di vedere l’immagine di quel libro che lessi tempo fa, all’Accademia. Uguale, forse l’immagine era il ritratto di questo posto… un tempio della Setta.
 
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view post Posted on 8/7/2014, 17:43     +1   -1
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Ok, ora abbiamo la certezza che Sig è davvero un Elfo, dal momento che è in grado di usare degli incantesimi in lingua Elfica.
Questa visione direi che è quella decisiva ed i nostri eroi si danno da fare per recuperare la principessa.
Sig è sempre più il leader del gruppo, e ora che è entrato nel sotterraneo spero riesca a trovare Zaila.
Ma qualcosa mi dice che non sarà così facile ^_^
 
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view post Posted on 8/7/2014, 22:17     +1   -1
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Mi piace l'idea ke il gruppo diventi più unito ;) in questo capitolo c'è stata la conferma delle origini di Sigmund ^^ come al solito finisce sempre sul più bello ehehehehe....secondo me il nostro giovane protagonista troverà molto più utile il suo nuovo potere rispetto alla sua virtù guerriera.... ne vedremo delle belle!!!!
 
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view post Posted on 10/8/2014, 17:02     +1   -1
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CE. L'HO. FATTA. Anche questo capitolo è finalmente concluso! :scimmietta:



Capitolo 16: Salvataggio
I tre elfi al piano di sopra hanno cominciato a scatenare l’inferno. Sento il rimbombo dei passi concitati degli invitati, degli urli, delle cadute. Cerco di rilassarmi. Nemmeno i miei accompagnatori sembrano essere molto tranquilli. Osservo di nuovo la sala. Mi avvicino all’altare di Igladhash e mi metto a cercare una botola. Ma niente da fare, nessuna botola. Poi vedo un tendaggio dietro a una colonna. La scosto e vedo solo buio. Avanzo con un piede e quasi cado in avanti. Sembra esserci il vuoto. Messo e Malendir mi raggiungono, chinandosi a terra e guardando in basso. Scoprono una scala. Scendiamo. Questa volta il buio non è così profondo e intaccabile. Delle torce e dei bracieri illuminano il cammino. Sono corridoi tortuosi, labirintici. Cerco il collegamento con Zaila, per evitare di perderci. Ma nessuno sembra intenzionato a farsi trovare. Ci muoviamo silenziosi per i corridoi, dandoci l’impressione di camminare in cerchio. All’improvviso un urlo ci giunge alle orecchie. Un altro ancora. Seguiamo la voce straziante fino a quando non raggiungiamo una pesante porta. È chiusa dall’interno. Da dentro proviene l’ennesimo grido. Un singhiozzo. La persona chiusa lì dentro sta piangendo. Ci nascondiamo dietro l’angolo.
<perché ti ostini a farti del male in questo modo?> chiede una voce. Un ringhio gutturale gli risponde.
<non mi rispondi bellissima?>. Lì dentro c’è Zaila, posso scommetterci.
<tu non capisci e non capirai mai cos’è l’amore!> sibila lei, la voce spezzata dal pianto.
<ma lui è morto, ti ricordi? Ho portato la sua testa proprio qui dentro…>.
<non È VERO! NON È VERO, È UNA BUGIA!> piange lei.
<no, principessa, no… te lo ricordi anche tu>. Un altro urlo disperato. Crollo in ginocchio, tremante come una foglia. Come può essere così crudele con lei, quell’essere strisciante, che si trova lì dentro!? Sono tentato di entrare nella stanza, sgozzare vivo l’uomo e portare via la mia bella.
<mi dispiace ma dovrò lasciarti qui…> dice l’uomo. Un “NO!” carico di angoscia lascia le labbra della giovane. Scalpita, sente le catene che tintinnano.
<ti dirò quel che vuoi…>.
<dov’è quel ragazzino?>.
<non lo so, è la verità>.
<gli elfi dicono che quando il demone si abbatte sulla terra comparirà il figlio di Igladhash, l’unico capace di far fuggire il demone… voi sapete la sua identità>.
<no, non lo so…>.
<non MENTIRE!>.
<lo giuro, lo giuro, non so nemmeno di cosa stai parlando!> dice lei in un singhiozzo.
<quel ragazzo riusciva a far scappare il demone!>.
<no, era tutto merito mio!>.
L’uomo tace. Poi ridacchia sommessamente.
<tieni, te la sei meritata…> dice lui, lanciando qualcosa per terra. La serratura scatta. Anche noi scattiamo all’indietro. L’uomo si volta nel verso opposto al nostro nascondiglio e cammina in quella direzione. Sembra non aver chiuso la porta. Ci chiediamo il perché. Poco dopo arriva una donna dai tratti mascolini con un vassoio. Ci avviciniamo lentamente. Quando esce si ferma a chiudere la porta. La seguiamo. Cerchiamo di ricordare il più possibile quei cunicoli. La donna svolta all’interno di una stanza. Poco dopo ne esce, senza la cintura dove erano appese le chiavi. Entriamo nella stanza. Su una cassapanca si trova l’oggetto del nostro desiderio. L’afferro e mi dirigo verso la prigione di Zaila. Ma… dov’è?
<maledizione… dove dobbiamo andare?> chiedo a Messo, che lui è più bravo ad orientarsi.
<venite di qui, presto…> dice lui, buttandosi in una stanza poco distante. In grandi ceste ci sono un’infinità di uniformi formate da camicie rosso sangue, panciotti di cuoio nero come i pantaloni. Le varie spille abbottonate su di essa stanno ad indicare il numero delle missioni portate a termine e il grado di cui può vantarsi. Con nostra fortuna gli iniziati non hanno ancora medaglie e spille. Indossiamo le uniformi, infiliamo degli stivali di cuoio logori e riprendiamo il cammino. Messo ci riguida da Zaila. Ma per nostra sfortuna qualcuno è dentro la stanza. Ma che cosa sta succedendo qui? Quel qualcuno esce immediatamente dalla stanza e loro possono avvicinarsi ma…
<dove hai messo le chiavi?> chiedo a Malendir. Lui mi fissa con occhi da pesce lesso.
<oh, Santa Zulina… non farmi dire cose che non si devono dire!> sussurro stizzito. Lo rimando di corsa a prendere le chiavi. Poco dopo torna, con il mazzo tintinnante nella mano destra. Comincio a provare le chiavi, ma nessuno sembra andare bene. Poi noto come le chiavi siano state infilate nel cerchio di metallo. Tutte agganciate ad un anello che permette di staccarle facilmente. Ne stacco una. La giro. La infilo nella toppa. Maledizione, ci entra! Comincio a girare tutte le chiavi fino a che non arrivo ad una, particolarmente tonda e grossa. Quella è la chiave della porta. La serratura scatta, facendo cigolare la porta sui cardini. Infilo la testa al suo interno ma quello che vedo mi lascia basito. O meglio, quello che non vedo.
<messo…>.
<sì?>.
<sicuro che sia la porta giusta?>.
<sì>.
<sì e io sono Igladhash! Non c’è nessuno qui dentro!>.
<oh santo cielo, è quella porta!> dice lui, indicando la porta affianco da cui provengono dei singhiozzi. Ci avviciniamo alla porta giusta. Provo ad infilare la chiave di prima. Si gira e fa aprire la porta. Trattengo il respiro per poi aprirla totalmente. Un sola fiaccola illumina l’interno. Zaila è rannicchiata in un angolo, sopra della paglia ammuffita. Si stringe le ginocchia al petto, la testa affondata tra di esse. Piange, ha le convulsioni. Indossa la solita veste candida, anche se ora è sporca di sangue. I ceppi che le legano le caviglie e i polsi che sussultano ad ogni singulto troppo forte. La pelle lesa che spicca rossa sotto il metallo delle catene. Non si è accorta minimamente della nostra presenza. Mi avvicino a lei. Ai suoi piedi c’è una boccetta di vetro, vuota. La libero dai ceppi che ha sulle caviglie. Le accarezzo la testa con dolcezza. Lei prima sussulta per poi sollevare lentamente la testa. Gli occhi colmi di lacrime, il viso arrossato, la bocca socchiusa. Mi sfiora il viso mentre un’espressione confusa e poi meravigliata si dipinge sul suo viso martoriato ma bellissimo. Mi sorride, tornando a piangere.
<sigmund…> mi sussurra, mentre mi stringe a sé.
<dobbiamo andare principessa…> le dico di rimando.
<sei stato da mio padre vero?>.
<sì, ma non parlare ora…>.
<dobbiamo prendere una cosa prima… avete le chiavi, quindi seguitemi…> ci dice, guardando per la prima volta anche gli altri due. L’aiuto ad alzarsi. Quando Messo le porge il braccio per aiutarla lei fa finta di niente e continua a stringere convulsamente la mano che le ho porto prima per alzarsi. Ci fa strada e ci porta fin davanti ad un laboratorio. Mi indica la chiave ed entriamo. Lei si getta su un armadietto e prende una decina di boccette.
<a cosa ti servono?!> le chiedo, quando me ne mette in mano 5.
<non devo parlare, me lo hai detto tu>.
<ma Zaila io dev-> comincio, ma vengo interrotto. Nel modo di bello che possa esistere. Ha appoggiato le sue labbra sulle mie. Ma è durato solo un secondo. Poi lei si stacca e mi trascina verso la porta. Nel frattempo i nostri ospiti si sono accorti che Zaila è scomparsa, come le chiavi. Ci facciamo guidare dalla giovane elfa e presto raggiungiamo il tempio. Faccio uscire prima Zaila e gli altri elfi, dando loro il preciso incarico di portare la principessa nella foresta.
<È inutile che la porti via… noi sapremo sempre dove si trova…> dice una voce fin troppo famigliare.
<martinèz> sibilo, sguainando la spada. Lui si fa avanti, un sorriso malizioso stampato in faccia, la divisa di quei malati di mente addosso.
<che ci fa qui, generale? Non era lei quello che combatteva contro la Setta?>. Il suo sorriso gli muore sulle labbra.
<non fare tanto lo sbruffone, quando saprai la verità sulla tua bella elfa ti ricrederai anche tu…>. Lo osservo, confuso.
<vedi mio giovane uomo, io sono il salvatore del Demone> dice, appoggiando una mano sul petto, orgoglioso. <solo che non volevo che il mio Signore entrasse nel corpo di un semplice contadino, avevo bisogno di qualcosa di più. In quel periodo avevo sentito di come alla principessa elfica piacesse girovagare per il regno degli uomini, tranquilla e indisturbata. Avevo bisogno di un corpo forte e sano, ma soprattutto puro. La principessa sembrava l’unica a corrispondere alle nostre esigenze. Così ho finto di esserle amico, di essere interessato alla sua causa… è stato fin troppo semplice, come rapirla, estremamente semplice. La cosa più faticosa è stato convincere il suo corpo ad accettare il Demone. Ma era furba la ragazza e buttava fuori il demone con il solo pensiero. Il mio Signore aveva bisogno di una consistenza fisica. Sono riuscito a farlo diventare veleno e a farlo bere alla mia bella, dopo un giorno intero senza bere. Il mio signore aveva trovato subito un corpo capace di eliminare tutta la feccia che abita la nostra terra, l’Unica, che deve essere popolata di soli eletti… la giovane ci è servita come distrazione, mentre noi pensavamo ad armarci. Siamo pronti per entrare in guerra e distruggere tutto e tutti!>. Una risata potente ed estremamente raccapricciante si leva dalla sua gola, facendomi accapponare la pelle.
<non vedevi l’ora di vantartene con qualcuno vero? E scommetto che tra un po’ mi dirai pure cosa non va, l’unica falla nel tuo piano perfetto>.
<esattamente piccolo> mi dice. < Sei tu>.
Lo squadro prima di mettermi a ridere. Faccio una piccola riverenza.
<È un onore per me essere il tuo bastone tra le ruote>. Gli punto la spada alla gola.
<ma vedrai che tra un po’ non avrai più problemi>.
Cominciamo un duello mozzafiato. Siamo forti allo stesso modo, non riusciamo a prevalere l’uno sull’altro. Fino a quando non viene distratto da una voce che proviene dalle scale. Si gira leggermente, permettendomi di troncargli di netto la mano che regge l’arma, a metà avambraccio. La spada cade a terra assieme al pezzo di arto mozzato. Lui si mette ad urlare come un forsennato, distrutto dal dolore. La mia Zaila è lì fuori che mi aspetta. Le prendo la mano e la guido, con gli altri a seguito, davanti alla porta finestra del palazzo. Fischio, richiamando l’attenzione degli elfi che girano per il salone, tenendo d’occhio gli ostaggi. I tre elfi ci raggiungono e corriamo via, prima che la situazione degeneri. Andiamo alla locanda, prendiamo i cavalli che avevamo caricato in precedenza e galoppiamo via, con il sole alla nostra destra che cala, allungando le ombre. Siamo diretti a nord, verso la foresta degli elfi. Ma qualcosa mi dice che ci stanno aspettando. Preferisco che abbassino la guardia. Raggiungiamo un agglomerato di alberi, che circondano uno stagno. Non accendiamo un fuoco, sarebbe troppo rischioso. Ci sediamo in cerchio, al buio totale. Sarah si appoggia alle ginocchia di Messo anziché del suo amato Bjorn, provocando uno scatto di gelosia e di rabbia. Noi ridacchiamo sommessamente, troppo stanchi o preoccupati. Piano piano tutti si addormentano. Ma io non ci riesco. Nemmeno Zaila a quanto pare. Si è rannicchiata in un angolo, con una coperta sulle spalle. Mi avvicino a lei e l’attiro a me.

Come sapevo che non stavo dormendo non lo so nemmeno io. Mi si è avvicinato e mi ha abbracciata. Ne avevo un tremendo bisogno, di calore umano. Ha la pelle così calda e morbida. Mi lascio andare e appoggio la testa nell’incavo del suo collo. All'improvviso mi sento bene, come in quei giorni in cui sono stata con lui, la stessa e identica cosa. Lui mi accarezza i capelli e la schiena mentre tutti i miei incubi e le mie paure scappano di fronte a un profondo e desideratissimo sonno.
 
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view post Posted on 10/8/2014, 20:44     +1   -1
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Bene bene, i nostri eroi hanno salvato la povera Zaila dalla prigionia, e il bacio dato a Sig la dice lunga sui loro sentimenti.
Se ho capito bene, Sig è figlio di Igldhas, colui che farà fuggire il demone giusto?
I nostri eroi ora sono in fuga, ma scommetto che non sarà una fuga tranquilla ^^

Alla prossima ^_^
 
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view post Posted on 18/8/2014, 22:23     +1   -1
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Finalmente si sono trovati ^^ mi è piaciuto il modo in cui sono arrivati alla principessa, hai descritto benissimo la situazione, immedesimando il lettore nella stanza con Zaila!
A quanto pare Sigmund è un predestinato, ci sono le basi x un bello scontro ricco di colpi di scena ;)
Solo una cosa ti vorrei kiedere...un piccolo riassuntino o promemoria quando passa troppo tempo tra un capitolo e l'altro ;)

alla prossima ^^
 
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