Grazie un milione, sono felice che vi piaccia il modo in cui metto in risalto i sentimenti dei personaggi, veramente!
Mi piacerebbe tanto conoscere un ragazzo come Sigmund, voi no?XD
Ora posto l'ottavo capitolo!
Capitolo 8: Una nuova avventura all'orizzonte
Cavalco di notte e mi nascondo di giorno. È da settimane che scappo. A volte faccio tappa in un villaggi per rifornirmi di provviste. Ma è molto raro che lo faccia. Non mangio quasi mai. Mi chiedo dove possa essere andata. Ho deciso di dirigermi verso nord. Verso il bosco. Il territorio è arido e pianeggiante. Ogni volta che sprono il cavallo al trotto ho sempre paura che qualcuno possa sentire il rumore degli zoccoli, il nostro ansimare. E quel qualcuno sono il mostro e la Setta scarlatta. Penso a dove potrebbe essersi cacciata, dove può essersi rifugiata. Il bosco è difficile da penetrare da quello che si racconta. Ma c’è anche un altro problema. Ho paura che il Generale sia là ad aspettarmi. Rallento l’andatura del cavallo al trotto. Poi al passo e poi lo fermo. Mi rendo conto di essere stanco morto. Di voler dormire in un letto per un paio di giorni. Non sarei mai dovuto rallentare. Mi metto alla ricerca disperata di un villaggio. Ne trovo uno al confine con il bosco. Avrei preferito un paesino più distante dalla foresta ma a quanto pare dovrò accontentarmi.
Entro nella locanda del paese a piedi. Ho lasciato il cavallo nella prateria, sperando che non mi segua. Mi prendo una camera. Quando vedo quel letto morbido e bianco… Mi sorge un pensiero che mi fa arrossire… Meglio lasciar stare… Insomma, mi ci butto a capofitto. Prendo il cuscino e ne aspiro il dolce profumo di fresco e pulito. Vorrei tanto che sappia di mughetto, muschio e legno. Mi siedo al bordo del letto e medito se andarmi a lavare o aspettare il giorno dopo. Mi sento quasi a casa. Ma ci manca qualcuno a cui poterlo riferire. Ci manca lei. Posso sembrarvi tedioso ma questo pensiero mi sta distruggendo. Non riesco più ad essere me stesso. Corro a lavarmi. Scendo a cena e da quel momento non mi ha più visto nessuno.
Ho passato 2 giorni a dormire come un sasso. Quando mi sveglio ho una barba così lunga che sembro un orso. Non mi alzo nemmeno per sistemarmi. Rimango lì, disteso, in quel mondo caldo e bianco. Poco dopo qualcuno bussa alla mia porta.
<signore, posso entrare?> dice una voce che conosco fin troppo bene.
<È lì dentro signore?>. Rimango inchiodato lì dal terrore.
<signore?>.
<mi dica, mi sono appena svegliato…> dico senza schiarirmi la voce.
<ah, allora c’è… Mi scusi, sono il generale Martinèz e volevo farle delle domande…>.
<mi spiace ma devo preparare le valigie che oggi parto…> dico alzandomi e raccogliendo le mie poche cose.
<sarà questione di pochi minuti…>.
Sospiro.
<che cosa volete sapere?> faccio con voce dura.
<posso entrare?> chiede. Uff, che insistenza…
<no>.
<ok… A-allora mi chiedevo se avesse visto un giovane ragazzo sui vent’anni, era a cavallo però sembra che l’abbia nascosto da qualche parte… Si sta rivelando più furbo del previsto… Insomma, lui è alto, muscoloso e con gli occhi azzurri… Difficile confonderlo… L’hanno visto da queste parti ma non sono sicuri di quello che hanno visto…>.
In quel momento mi alzo, prendo il mantello e il mio fagotto. Mi metto davanti alla porta. Sospiro di nuovo. Apro la porta.
<siete sicuro di averlo confuso con me?> gli dico con rimprovero.
<come scusi?> mi dice confuso.
Gli mostro gli occhi cercando di tenerli il più fermi possibili. Lui si ritrae leggermente contrariato.
<anch’io ho gli occhi azzurri ma solo a causa di un particolare tipo di cecità…>. Spero di averlo convinto.
<ok signore… Mi scusi per il disturbo…> dice allontanandosi mesto.
Esco da lì di gran carriera, per poi dirigermi verso le stalle. Lì cerco un cavallo che sia forte e che possa durare per un paio di settimane. Lo prendo per la cavezza. Sento dei passi. Faccio scivolare la mano sulla sella, facendo finta di cercare la cinghia per appenderci la bisaccia.
<signore, dove pensa di andare?> mi chiede il generale.
<a casa. Perché me lo chiede?> gli faccio con una punta di acidità.
<non le è giunta voce? ...>.
<di cosa, scusi?>.
<È scoppiata una guerra tra elfi e umani e a quanto pare gnomi e tritoni stanno sistemando le truppe…>.
Rimango basito dalle sue parole. Una guerra? In questo momento? Per quale motivo??
<no… Non sapevo… Qual è il motivo per cui sono scesi in guerra?>.
<sospettano che la loro principessa sia stata rapita e alcune fonti anonime dicono che è stata vista con l’uomo di cui le ho chiesto prima…>.
Mi muoiono le parole in gola. Zaila è… è… No, non ci credo. Non può essere…
<come mai una principessa dovrebbe andare alla ricerca di un omuncolo come quello di cui mi avete chiesto… Insomma è una principessa… Non crederete forse che sia stata rapita da quel ragazzo…>.
<È scappato dalla caserma lasciando una lettera abbastanza pesante sull’esercito e poco prima che scappasse l’ho incontrato…>.
<ah, interessante… Quindi credete che sia stato lui a rapirla?> gli chiedo mostrando più interesse che paura.
<non esattamente…> dice abbassando la voce, <crediamo che lavori per la Setta…>.
Cerco di non svenire.
<ah però! Bella pesante come accusa… Quindi intendete prenderlo per poi arrivare al pezzo grosso?>.
<circa signore> mi dice lui abbozzando un sorriso.
<beh, io vorrei andare a casa, guerra o non guerra…> gli dico restituendogli il sorriso, anche se in realtà non avrei potuto vederlo.
<va bene ma mi raccomando, stia molto attento: l’odore di sangue e di battaglia sta svegliando la Setta…>.
Deglutisco.
<grazie per gli avvertimenti signore…> sospiro io salendo in sella.
<speriamo di rincontrarci in momenti migliori per discutere di cose molto più piacevoli!>.
<certamente, giovanotto!> gli sorrido.
Mamma mia, che fortunato… Sono riuscito a scampare anche questa catastrofe. Adesso ho intenzione di aggirare in largo il villaggio per poi entrare nel bosco. Aspetta… ma ora che c’è la guerra… Mi prenderanno come un nemico…Spero proprio di no. La situazione è già abbastanza complicata.
Raggiungo il limitare del bosco. Una strana sensazione mi attanaglia le viscere… Mi sento minacciato da qualcosa di grande e spaventoso. Il cavallo sbuffa e arretra scalciando. Vengo disarcionato mentre il destriero fa dietrofront. Le cose si fanno sicuramente più interessanti. Sono morto.