| L’amore dell’angelo vendicatore maledetto dal sole.
1°Legame che nasce di notte.
Era fermo, immobile sul big bang. Come sfondo aveva la luna piena. Era incappucciato ma si potevano vedere alcune ciocche bionde e due zaffiri contornati di rosso, che fissavano seri le strade di Londra da li visibili. Impugnava una spada con l’elsa nera e la lama rosso scarlatto. Indosso aveva una maglia e un pantalone nero e un filo cingeva la vita e sorreggeva il fodero della spada. Era scalzo, e i sia i piedi che le braccia erano avvolte da delle bende bianche. Sul collo era impresso un disegno a forma di ala. Pulsava, gli faceva male. Tratteneva a stento le urla di dolore. Continuava a fissare l’are sottostante. La sua candida carnagione lo faceva apparire un ragazzo fragile, ma sotto quella maschera c’era un angelo assassino, maledetto. Ogni singola sera l’odore del sangue si disperdeva per le città di Londra, e lui ne approfittava per sterminare più vampiri possibili.
Era una vendetta. L’odio era l’unico sentimento che esternava. Ne amore, ne compassione, ne dolcezza trasparivano sul suo volto. Aveva sempre un'unica espressione, era sempre serio, freddo e distaccato,e anche se il suo aspetto sembrava angelico, lui era tutto tranne quello. Sul suo viso, quando calava la notte, si creava un’espressione crudele, sadica: gli occhi diventavano rosso sangue e il suo sorriso diveniva più simile a un ghigno malefico e i suoi canini affilati e letali incutevano terrore sia negli umani, negli angeli e persino nei vampiri stessi.
Un’altra sete era però accesa in lui:una forte sete di sesso e amore. Non sapeva neanche lui il perché ma era da quando era stato abbandonato che desiderava trovare una persona che lo amasse, lo desiderasse ed esaudisse la sua voglia di avere qualcuno che occupasse assieme a lui quel letto della sua camera così grande nel quale dormiva da solo. Era questo che voleva.
Kevin però sapeva che quella persona non esisteva, perciò, se lui non poteva avere una donna nemmeno gli altri vampiri e angeli non dovevano averne una, e così si divertiva a uccidere le coppie che gli capitavano a tiro, una ad una. Si divertiva, molto. Non riusciva a smettere. Non poteva smettere. Voleva fare in modo che tutti provassero il suo odio, il suo dolore. A volte sul suo volto scendevano le lacrime, così, senza alcun motivo specifico. Certe volte, si soffermava a riflettere, e a pensare se porre fine alla vita di tutte quelle coppie fosse la cosa giusta, ma poi si ricordava di tutto il male che quelle razze gli avevano fatte.
Una leggera brezza fresca gli accarezzò il volto. Forse era il momento di rincasare. Erano l’1.00 passate e quella notte aveva fatto una strage bella e buona…non aveva lasciato tracce, tutti i cadaveri gli aveva nascosti sotto terra, come a volerli fare una tomba, dove però non sarebbero mai stati deposti fiori. Kevin aprì le ali, queste erano nere e non bianche come quelle della sua defunta madre, saltò nel vuoto, per poi liberarsi nell’aria e sbattere le ali. Piume nere insanguinate cadevano dal cielo. Sembrava una rara pioggia di rubini ornati di nero.
Una ragazza correva per le strade, e gli occhi dell’angelo della notte si posarono su di lei. Perché scappava? Aveva forse fatto qualcosa? I vestiti di lei erano mal ridotti, quasi lacerati e i suoi lunghi capelli color cenere erano sporchi di terra. Quella notte c’era un freddo terribile, eppure quella donna continuava a correre incurante del gelo. Kevin scese in strada e assunse la sua forma umana, nulla in lui cambiò a parte la presenza delle ali, che si erano come ricongiunte col corpo di lui. La ragazza cadde ai suoi piedi: aveva il corpo pieno di ferite e sia il maglione che la gonna erano sporchi, intrisi sia di terra e sangue.
Lei alzò lo sguardo e nel vedere Kevin sussultò. A quest’ultimo, solo per un istante, solo per un attimo il dolore del sigillo sul collo scomparve e lui si sentì liberato da un peso. Libero finalmente da qualcosa che lo affliggeva da anni. Gli occhi simili a smeraldi di lei erano bellissimi e intensi, mentre gli zaffiri di Kevin erano profondi. I loro sguardi si unirono.
Lei tentò vanamente di rialzarsi, ma cadde di nuovo a terra in ginocchio. Kevin, forse mosso da compassione l’aiutò a mettersi in piedi. Continuarono a fissarsi finche…
-Ragazzina ci hai portati da un altro bocconcino?Te ne siamo grati.-
Due losche figure avvolte in un mantello erano apparse dall’ombra. Vampiri. La ragazza tremava. Kevin fremeva dalla voglia di conficcare la propria spada nel petto dei due esseri. Non sapeva perché ma lo stare vicino a quella ragazza gli faceva provare qualcosa a lui nuovo, ma forse era semplicemente per il fatto che il sigillo pulsava con meno intensità del solito. Estrasse la spada dal fodero e scostando la ragazza per evitare che si facesse male andò all’attacco. Sul suo volto comparve il suo sorrisetto malefico. Con una rotazione del polso decisa e ferma fece un taglio molto profondo sul petto di uno dei due, l’atro riconobbe Kevin dalla spada. Di solito i vampiri si possono uccidere solo tagliandoli la testa, ma l’arma che usava lui gli permetteva di ammazzare angeli e vampiri senza il bisogno di farli saltare la testa.
-T- tu sei…-
Prima che il secondo vampiro potesse finire la frase, Kevin lo trapasso con la lama. Si voltò a guardare la ragazza e lui rimase sbalordito.
Non una lacrima di terrore scendeva sul suo volto, non era l’espressione di ribrezzo ad essere disegnata sul suo viso ma qualcosa più simile a una voglia irrefrenabile di a nascondere ciò che realmente provava. Tratteneva le lacrime con forza e si mordeva il labbro inferiore per non urlare di paura. Kevin rimase come estasiato da quella forma di coraggio che mai in nessuna donna aveva visto.
Di solito di fronte a due vampiri privi di sensi sotto i propri occhi una femmina (come le chiamava lui) sarebbe dovuta morire di paura o come minimo urlare all’impazzata, invece colei che gli stava di fronte in quell’istante sembrava voler rimanere impassibile a quella scena.
Continuava a tremare. Kevin le si avvicinò ma questa non si allontanò, rimase a fissarlo, gli lasciò accarezzare la guancia e toglierle alcune macchie di terra che le sporcavano il viso.
-Grazie per avermi difesa da quei due essere immondi…-
Si era morsa talmente forte le labbra sino a farsele sanguinare. Kevin intanto era rimasto imbambolato, la guardava, la scrutava, voleva carpire qualsiasi tipo di informazione leggendo quel volto così fintamente serio , che in fondo avrebbe voluto contrarsi in una smorfia di dolore e abbandonarsi alle lacrime.
-Come ti chiami graziosa fanciulla?-
Aveva sul serio detto “graziosa fanciulla”?! LUI?!L’angelo della notte che non provava niente se non odio o vendetta?
-Il mio nome è Rossana…-
Rossana…non era inglese, e si capiva dal suo accento e dalla sbagliata pronuncia della lingua inglese. Forse era li in vacanza…
Rossana…sembrava un nome che Kevin conosceva da sempre.
-..tu chi sei?-
-Sono Kevin l’angelo vendicatore. Ora devo andare…-
Le accarezzo il volto e si sentì come attratto da quelle povere labbra rovinate e così fece qualcosa che non aveva mai fatto in vita sua: poggio le sue labbra su quelle di lei, e per la seconda volta il sigillo smise di pulsare, ma non per un istante, ma per tutto il tempo in cui rimasero vicini. Rossana non l’allontanò, lo lasciò fare, lasciò che lui si impadronisse delle sue labbra, come se lo conoscesse da tempo, da un periodo che andava ben oltre la sua vita, ben oltre i confini delle sue conoscenze.
Nessuno dei due voleva staccarsi,ma Kevin fu costretto dal suo orgoglio. La guardò serio, ma si accorse che come Rossana il suo volto era in fiamme.
-…se finirai in mezzo ai guai verrò ad aiutarti Rossana, ma è meglio per te se stai lontana dai vampiri, non voglio rischiare di vederti peggio di così…ci si vede.-
Kevin ritornò nella sua forma angelica, e le sue ali ammagliarono la ragazza che lo fissava estasiata. Lui spiccò il volo, e quando fu uscito dal campo visivo di Rossa, si voltò a guardarla mentre si dirigeva verso l’hotel a pochi passi da li. L’angelo si leccò le labbra un po’ sporche di rosse, il suo primo bacio aveva avuto il sapore del sangue della prima ragazza che aveva salvato. Sorrise, ma di felicità e iniziò a volteggiare nel cielo. Il sigillo smise di far male per tutta quella notte. Chissà quale legame era nato tra quei due…
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Mary di libra:che ne dite?Vi piace oppure no?Fatemelo sapere così vedrò di impegnarmi al massimo anche per il prossimo capitoo.
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